Il TAR fa tutti contenti su occhialini 3D e bambini
La notizia è già vecchia di qualche giorno ed è stata ampiamente riportata da tutti gli organi di informazione.
Il TAR del Lazio si è espresso su un ricorso riguardante il cinema 3D, gli occhialini monouso e la visione da parte dei bambini.
E leggendo la notizia su giornali e blog internet sembra che la decisione non abbia scontentato nessuno, ne chi il ricorso lo ha vinto (parzialmente) ne chi il ricorso lo ha perso (parzialmente).
Una decisione salomonica quindi, ma che non fa chiarezza ed anzi lascia molti dubbi.
La questione è stata sollevata dall’Anec (Associazione nazionale esercenti cinema) e dalla Cinema Teatrale Politeama Tuscolano contro una circolare del Ministero della salute.
Una circolare quindi, non una norma di legge, un consiglio alle case cinematografiche, però molto autoritario, con cui il Ministero sconsigliava l’utilizzo degli occhiali 3D ai minori di 6 anni e orientava all’utilizzo limitato nel tempo degli stessi (massimo uno spettacolo).
Inoltre dapprima consigliava di usare occhiali monouso, in seguito ne ammetteva l’utilizzo a seguito di rigidi protocolli per la loro igienizzazione.
Nella sua decisione il Tar del Lazio riduce da 6 a 3 anni il limite minimo d’età per la visione con occhiali 3D.
Su questo punto gioisce l’ANEC che vede ridimensionata la portata della circolare del Ministero della Salute visto che in sostanza i bambini da 0 a 3 anni non costituiscono pubblico delle sale cinematografiche. Inoltre la decisione anche se non in maniera esplicita sembra avallare l’ipotesi che siano stati fatti eccessivi allarmismi sulla pericolosità della visione 3D.
Gioisce anche il Codacons che vede invece nella sentenza una conferma della pericolosità del 3D per la vista dei bambini, anche se non in modo del tutto soddisfacente ed infatti annuncia ricorso.
Dal canto suo la comunità medica continua ancora a dare pareri discordanti sulla questione 3D e bambini, senza che ci sia una opinione prevalente.
Sull’igiene degli occhiali 3D multiuso invece non esprime dubbi, a patto che ci sia una meticolosa opera di igienizzazione.