Tecnologie 3D e la vista: da evitare per bambini di età inferiore ai sei anni, usare con moderazione fino ai 13 anni

bambini e cinema 3d: non consigliatoGli ultimi dieci anni hanno visto il rapido sviluppo delle nuove tecnologie audiovisive stereoscopiche in 3D. Il notevole aumento dell’offerta di film in 3D al cinema a partire dalla metà degli anni 2000 è stata seguita da una crescente gamma di televisori, computer, console di gioco, telefoni cellulari e altri dispositivi dotati di tecnologia 3D.

Lo sviluppo di queste tecnologie solleva la questione del loro possibile impatto sulla salute, in particolare sulla vista umana, in caso di esposizione prolungata, soprattutto nei bambini e negli adolescenti. In effetti, diversi produttori di dispositivi con tecnologie 3D includono nelle confezioni avvertimenti e raccomandazioni per l’uso da parte dei bambini.

Dopo che in Italia sono già stati lanciati allarmi piuttosto preoccupati da parte del nostro Ministero della salute , anche l’ANSES, l’autorità per la salute francese, ha condotto un’indagine interna per valutare i potenziali rischi per la salute connessi con l’uso di queste tecnologie, in particolare sulla vista umana.

Nello studio di 132 pagine, l’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation de l’environnement et du travail (Anses) raccomanda che i bambini sotto i sei anni, il cui sistema visivo è immaturo, non siano esposti a visioni 3D stereoscopiche e che il loro uso da parte di bambini al di sotto dei 13 anni sia moderato.

I problemi possono riguardare anche gli adulti, ma maggiore preoccupazione c’è per il sistema visivo del bambino, ancora in fase di sviluppo e fragile, tanto da poter avere conseguenze negative a lungo termine, come affermato da Olivier Merkel, responsabile all’interno dell’Anses dell’unità di valutazione dei rischi legati alle nuove tecnologie.

Tuttavia, data la mancanza di dati disponibili relativi all’esposizione al 3D, l’Agenzia ritiene necessario condurre ulteriori ricerche sui danni effettivi che possono essere causati.

L’analisi della letteratura scientifica disponibile ha identificato diversi sintomi potenziali causati da un’esposizione ad audiovisivi 3D, derivanti dall’affaticamento visivo causato dalla “convergenza e sistemazione dei conflitti visivi“. Nella visione reale gli occhi convergono (cioè sono diretti allo stesso oggetto) e accolgono (il cristallino di ciascun occhio cambia forma per ottenere una visione chiara) alla stessa distanza. La creazione di effetti stereoscopici artificiali mediante mezzi tecnici (3D) rende impossibile per gli occhi rispettare questi principi fisiologici.

Affaticamento visivo può essere identificato come dolore, sensazione di secchezza degli occhi, disturbi della vista (visione doppia, ridotta sensibilità al contrasto spaziale, ridotta acuità visiva e velocità di percezione), e disturbi extra oculare (mal di testa, dolore al collo , dolori alla schiena e alle spalle, prestazioni inferiori in attività mentali, perdita di concentrazione).

Altri sintomi potenziali sono legati al bilanciamento posturale (vertigine) o l’apprezzamento della realtà (percezione alterata del proprio ambiente). Sebbene questi effetti non siano ancora stati sufficientemente studiati, potrebberoro generare un rischio a breve termine di incidenti connessi con le vertigini.


Raccomandazioni dell’Agenzia Francese per la salute.

In questo contesto, ANSES raccomanda che:

  •  i bambini sotto i sei anni non dovrebbero essere esposti alle tecnologie 3D;
  •  i bambini al di sotto dei 13 anni devono utilizzare le tecnologie 3D con moderazione, e comunque i loro genitori dovrebbero essere vigili e pronti a cogliere eventuali sintomi come sopra spiegati;
  • persone soggette a disturbi visivi e problemi di equilibrio dovrebbero limitare la loro esposizione a queste tecnologie, specialmente nel contesto di esposizione professionale.

L’agenzia indica anche che è possibile limitare l’affaticamento visivo o altri sintomi tra gli utenti 3D :

  • limitare il tempo di esposizione e consultare un oculista al fine di individuare eventuali patologie in caso di manifestazione dei disturbi;
  • non guardare la tv 3D da troppo vicino allo schermo;
  • leggere e rispettare le istruzioni dei produttori di dispositivi 3D;
  • se normalmente si portano occhiali da vista o lenti a contatto, utilizzarli anche durante la visione di contenuti 3D;

Infine ANSES suggerisce fortemente che i professionisti medici, oculisti e paramedici che si occupano di bambini piccoli dovrebbero essere formati suimeccanismi messi in gioco durante la visualizzazione di video 3D, ed essere quindi in grado di informare i genitori dei sintomi e dei rischi potenziali e anche dei mezzi per evitarli.

In considerazione della mancanza di dati riguardanti l’esposizione della popolazione alle tecnologie 3D, ANSES raccomanda la creazione di un sistema di sorveglianza delle esposizioni per identificare i vari usi del 3D e le popolazioni interessate (adulti, bambini e adolescenti, utilizzatori professionali) .

A margine nello studio si rileva che anche i famosi Google Glass potrebbero causare gli stessi problemi.

Tecnologie 3D e la vista: da evitare per bambini di età inferiore ai sei anni, usare con moderazione fino ai 13 anni ultima modifica: 2014-11-10T19:32:56+01:00 da Redazione

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